Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani. |
In questa nuova silloge “Eratoterapia” del poeta Roberto Mosi, nel quindicesimo anniversario della sua cospicua e feconda attività creativa, si legge l’omaggio alla poesia come terapia per l’anima, chiamando in causa la Musa Erato, Dea del canto corale e della poesia amorosa, nella trasmissione amabile dei valori che la parola poetica veicola sul piano intergenerazionale, in qualità di nonno, in dialogo con la nipotina, per evidenziare come dall’infanzia all’età adulta il lessico si fa interprete del divenire dei vissuti nelle stagioni del vivere, arricchendo il tempio interiore emozionale e cognitivo dell’anima. Si veda la lettera alla nipote Marta.
Cara Marta,
ti scrivo questa lettera nel momento in
cui cominci a comporre i primi versi.
Credo che sia possibile curarsi con la poesia, per
vincere le paure, stati di sofferenza, per stringere
sogni che passano in volo, per divertirsi. La voce
della poesia arriva dal dentro, potente nelle ore della
notte, debole e distratta il giorno. Porta sollievo, se
non guarigione, dolcezza di ricordi, sapori tenui di
malinconia……
Il linguaggio lirico si offre nel suo valore estetico, estatico e educativo per carpire il reale, decifrandolo nelle sue polivalenti direzioni di senso, al fine di tramandare l’importanza del Regno dell’essere su quello dell’avere e innalzare il proprio canto libero come si evince dalla raccolta esordiente “Itinera” (2007), la cui copertina già riporta le fattezze di una bambina in tenerissima età che si avvia verso il litorale marino, nei versi evocativi (”La corte”):
“I viaggi di ogni tempo iniziano
dalla corte della mia infanzia,
magico quadrato di terra fra case
cadenti, chiuso da un cancello
di ferro aperto sul mondo.”
Roberto Mosi – nei suoi diversi e versatili ruoli di Dirigente per la Cultura alla Regione Toscana; tra i redattori della Rivista “Testimonianze”, fondata da padre Ernesto Balducci; socio-accompagnatore del Trekking Italia e autore di Guide sul territorio toscano; socio Auser, promotore del progetto “La città che apprende”; membro del direttivo della scuola di scrittura della Rivista “Semicerchio” e “Area di Broca”; socio del Circolo Artisti “Casa di Dante” – ha consolidato in questi anni un originale itinerario di poeta, scrittore in prosa e fotografo nell’interdipendenza fra le Arti, come si evince dall’evento performativo presso il Palazzo del Pegaso, pluridisciplinare, brand costante nelle sue presentazioni in un processo sinfonico di regia da lui stesso diretto, nel coinvolgimento con il carisma artistico di Enrico Guerrini, partner fedele, nell’esecuzione dal vivo di opere dal sapiente Espressionismo disegnativo e pittorico.
Tavolo con i relatori. |
La sua produzione lirica ricca e variegata si avvale, in forza di numerose pubblicazioni – per citarne alcune “Florentia” 2008; “Nonluoghi” 2009; “Aquiloni” 2010; “Luoghi del mito” 2010; “L’invasione degli storni” 2012; “Concerto” 2013; “La vita fa rumore” 2015 – e il conseguimento di significativi riconoscimenti e Premi, di una trasversale pluralità di temi contraddistinti da un’interpretazione speculativa neorealista d’incisiva e icastica compostezza dalle molteplici varianti argomentative come attesta la recente Antologia pubblicata: “Poesie 2009-2016”, Ladolfi Editore.
Le contrastanti semantiche su cui spazia la sua vena creativa rappresentano il lascito di un bilancio fin qui soppesato per un rilancio ulteriore verso un nuovo febbrile poetare: dal rito degli affetti familiari al culto della fiorentinità dalla dimensione esistenziale urbana all’interesse per la cultura del territorio, dal valore ecosostenibile per la natura all’antropizzazione del paesaggio, dalle riflessioni di criticità sociale ai non luoghi del postmoderno nella rivoluzione comunicativa ed identitaria dei nuovi social media, dall’irrinunciabile fascino del Mito alla rivisitazione di emblematici capolavori artistici – ricettacoli di simbolismi nei loro attestati di ricerca del bello – verso la rinascita di un post Umanesimo illuminato, dalla spinta ideale incarnata dal sogno-volo alla credibilità per utopie di cambiamento.
Gianna Pinotti. |
Silvia Ranzi. |
Dipinto di Enrico Guerrini "La badante". |
La Sala del Gonfalone. |
Roberto Mosi, Angiolo Pergolini e Franco Margari. |
Da poeta a Fotografo, la sua intenzionalità immaginifica e documentaristica cattura con l’obiettivo, inquadrature di percorsi studiati in sintonia con le coordinate poetiche, come l’ultima mostra antologia che ritrae i volti dell’amata Firenze, tra mito e quotidianità, “Firenze foto-grafie” presso il Circolo degli Artisti “Casa di Dante”.
L’incontro dunque del 23 novembre u.s. al Palazzo del Pegaso, insieme alla presentazione della nuova Raccolta “Eratoterapia”, ha inteso rendere festa ai quindici anni di attività artistica di Roberto Mosi, per i molteplici versanti illustrati dagli interventi delle relatrici e nel prestigioso saluto reso dal Presidente dell’Assemblea Tosca, Eugenio Giani.
Il resoconto dell’incontro è stato ripreso dal contributo di Silvia Ranzi, critico letterario.