Henry Ariemma considera il poeta come un sacerdote antico che tramite l’arte dell’aruspicina intende scoprire il significato recondito della realtà. Egli, pertanto, in questa raccolta affronta di petto i più urgenti quesiti esistenziali, quelli che nessuna persona può evitare.
Dove trovare risposta? L’autore non si addentra nel pensiero filosofico contemporaneo, marchiato dallo stigma del relativismo e del nichilismo, ma nella realtà quotidiana, sostanziata non soltanto da eventi, ma anche e soprattutto dai sentimenti e dal fascino della bellezza.
E proprio in questi “segni” si possono trovare spiragli di senso: “spiragli”, perché il futuro è il regno delle possibilità e dell’incertezza.
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