In questo nuovo libro di Annamaria Ferramosca l’auspicio naturale pare essere quello di una rigenerazione, di un nuovo originarsi planetario e umano, che spontaneamente fluisca verso un sentire collettivo, una comunità umana futura che abbia abbattuto i confini dello spazio e del tempo. Se la voce illumina, la prima cosa a venire illuminata dai segni accesi è allora la nullità dell’io. Perché si desidera sciogliere l’umanità intera in un abbraccio e, infine, cantare solo questo nodo di luce sperata (dalla prefazione di Maria Grazia Calandrone).
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