Tra illuminazioni liriche, idilli risolti nella malinconia berciante e rimpianti dai risvolti tragici sulla campitura di una Venezia cadaverica, la voce narrante si districa nella brulicante sequela di stimoli esterni che, nel loro costante e doloroso trapungere la coscienza poetica dell’autore, sono trasportati in un gorgo di rammarico e disinganno per poi giungere alla consumazione conseguente rivolta verso ogni limite e vestigio di umanità (Carlo Ragliani)
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