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Sergej Zajackij: Melanzania (ISBN: 978-88-6644-283-7)

Visite: 1742 | Voto:
Autore: Spendel Giovanna

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Prezzo: EUR 10,00
Collana: Rubino
Anno di Edizione: 2016
Caratteristiche: 136 pagine
Note: a cura di Giovanna Spendel
Disponibilità: disponibile


Il personaggio del breve romanzo, Stepan Košelev, un conformista nato, si trova davanti al bivio tra il vecchio e il nuovo portato dalla rivoluzione d’ottobre. Lo stile di vita spazzato via dagli avvenimenti storici è ormai un ricordo che con le sue note nostalgiche mette in rilievo l’inaccettibilità della vita presente nella capitale sovietica. L’agognata fuga dal presente gli si offre con la possibilità di una vacanza a Melanzania, piccola città situata al centro dell’Ucraina, ma i valori che esistono da secoli in questo “cerchio magico” mettono paura al nostro eroe, e lui fuggirà di nuovo dal paradiso del passato, come era già fuggito l’eroe delle Anime morte, Čičikov, creato ottanta anni prima da un altro scrittore ucraino quale Nikolaj Gogol’, scoperto nella sua mediocrità. Scene brillanti, situazioni comiche, paesaggi leggendari accompagnano il nostro “Don Giovanni di provincia” immerso in un testo classico dimenticato dal suo tempo.

Nota biobibliografica

Sergej Zajaickij (1893-1930), scrittore, poeta, drammaturgo e traduttore, nato a Mosca, fu dal 1921 membro stabile della sezione del teatro dell’Accademia Statale delle Scienze Artistiche. Nel 1926 pubblica il suo primo romanzo La bellezza dall’isola Ljulju (Krasavica s ostrova Ljulju), al quale seguono: Melanzania (Baklažany, 1927) e La vita di Stepan Aleksandrovič Lososinov (Žiznieopisanie Stepana Aleksandroviča Lososinova, 1928). I temi di queste opere denotano una ricerca interiore sul senso della vita in un momento transitorio della storia russo-sovietica, una ricerca assai comune nella letteratura degli Anni Venti, che lo avvicina ai classici della satira di quegli anni come M. Bulgakov (del quale fu amico), Ju. Oleša, M. Zoščenko, Il’f e Petrov e V. Kataev. Questi temi sono approfonditi mediante una complessa ricomposizione del mosaico della società nuova, fatta di ombre e di luci, attraverso situazioni tragiche e comiche. Zajaickij lavora in uno stato febbrile, quasi avvertendo che gli sarebbe rimasto poco da vivere: morirà infatti nel 1930 a Feodosija, per tubercolosi, a soli trentasette anni.


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