Fra memoria e visione di Marco Merlin intende indagare la cifra qualificante dell’opera vasta e multiforme di Roberto Mussapi mediante un’attenzione particolare alla produzione in versi con lo scopo di mantenere il contatto con il punto incandescente attorno al quale ruota ogni scelta. Se l’immagine che l’opera dello scrittore suggerisce quella di un sistema in espansione, al cui centro presiede la poesia, il suo percorso creativo non manca di uno sviluppo lineare coerente: basterebbe rileggere i titoli delle sillogi poetiche (La gravità del cielo, Luce frontale, Gita meridiana e La polvere e il fuoco), da connettere ad altri (Antartide e La grotta azzurra), per cogliere quel progressivo abbassamento ottico che è sintomo sia di evoluzione della prospettiva poetica sia di maturazione stilistica. La raffigurazione per cogliere con uno sguardo sintetico l’intera produzione mussapiana potrebbe essere, quindi, quella di una spirale dal centro saldamente focalizzato nel nucleo dell’esperienza poetica, ma dalla crescente ampiezza di diametro (lungo l’asse della linearità temporale), a testimonianza della fertilità di un autore che ha trovato la cifra della propria voce.
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