“Tenere lo sguardo fermo / chiodo alla parete a puntare / architravi svaniti nell'intonaco.” (p. 17)
“Poi ripartirò, / e sarò ancora io, cascante e rigida, / ma con meno gradini davanti. / Prevedo di passare così / il mio tempo, / fino all'ora in cui / sarò chiamata a restituire il mio nome, / a deporre, / indistinti, / amore e simulazione.” (Organizzazione del tempo futuro, p. 18)
Nella seconda sezione lo spaesamento “insensato” spinge a una implicita richiesta di aiuto, a porre domande esistenziali, ad iniziare un cammino che ci allontani da quel fondo di sabbie mobili in cui può capitare di impaniarsi:
“I punti di ritrovo / perdono senso / minuto dopo minuto. / Nessuno viene interrogato sul perché.” (La casa di mille anni fa, p. 25)
“Qualcuno mi dica se / l'aurora che visitava l'Olimpo / può ancora sorprendere un uomo / in una strada del mondo / o se il precedere del mattino / ovunque si accucci / muore senza gemere nel suo sangue.” (Da condividere, p. 26)
“Così / ho allungato i miei tentacoli, / conquistato un nuovo punto dello spazio.” (Orizzonti di mare, p. 32)
La terza sezione è una prospettiva di rinascita che riposiziona e scardina:
“Si parla di inavvertibili neutrini / di muoni sfuggenti, leggerissimi pioni / e ci inondano in sciami tranquilli. / (…) / Ed eccoti qui, / persona o sequenza d'atomi; / vivo e intatto, / vittorioso sulla tua tragica assenza. / Ancora mi è dato di vederti / in questa luce piegata.” (Lezione di fisica, p. 35)
“Adesso il nostro incontro / è un gomitolo di materia ignota / confuso fra i punti del prato. / (…) / le mie orme non screziano il suolo.” (p. 40)
“Nel buio / la montagna avvicina la luna: / per contenerla / il cielo allarga i margini.” (p. 42, ultimi versi della raccolta).
I versi di Annalisa Ciampalini si evidenziano per la loro fluidità aritmica, perché il respiro è breve oppure si allunga, ansioso o tendenzialmente atarassico, ma le sillabe, le immagini, le emozioni si offrono al lettore nella loro semplice e tremenda verità… il lavoro del poeta è proprio questo: donare una bellezza sobria, essenziale, intensa, eufonica e far riverberare nel nostro cuore e nella nostra mente quelle domande che sono gli ingredienti indispensabili di ogni vita.

