Dietro la faccia da bravo ragazzo di Marco Merlin, si nasconde Andrea Temporelli - il suo eteronimo -, poeta di talento (nel 2005 pubblica da Einaudi Il cielo di Marte), critico feroce e temuto. Con i suoi editoriali, trimestre per trimestre, costruisce una specie di manuale del guerriero-poeta, una sorta di arte della guerra lirica. «Siamo convinti che bisogna pagare di persona ogni parola; ogni verso dev'essere un'offerta, ma totale, autentica». Il tomo, dal titolo etico Smarcamenti, affondi e fughe (Giuliano Ladolfi Editore, pagg. 400, euro 20), raccoglie anche gli incontri, sempre estremi, di Temporelli con Roberto Mussapi, Umberto Fiori, Tiziano Scarpa, Antonio Riccardi... Un libro che è lo specchio, al contrario, di un altro libro altrettanto decisivo, Lettere a nessuno, di Antonio Moresco. Solo che lì ci si ostinava a dar conto del proprio talento, nell'ottusità della grande editoria, qui si gioca al contrattacco: senza un filo di lamento, affilando la spada, costruendo una comunità. «Benedetto sia l'anonimato che ci permette la libertà degli infiltrati e l'allegria dei disperati», scrive Temporelli.
Davide Brullo