La Ballata del Carcere di Reading è una testimonianza della violenza silenziosa del potere, degli sguardi occhiuti delle guardie nascosti nella penombra, del freddo umido che promana dalla pietra e ti smangia le ossa, dell’orrore provato, ma è anche una testimonianza d’amore, la testimonianza e la profezia di Giona vomitato sulla spiaggia dal ventre del pesce.
Wilde scrisse questo poema con l’ultimo fiato della sua arte e del suo spirito affranto, li scrisse da esiliato, da sopravvissuto. L’ultima strofa di questa Ballata è l’ultima della sua vita. Questi versi risalgono a un anno e mezzo prima della morte e furono probabilmente i soli non scritti per amore di se stesso, ma per amore della vita. Fu la poesia più alta che egli plasmò ed è una delle opere più rappresentative del XIX secolo.
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