A Chodasevič si potrebbe applicare l'aforisma di Kafka: aveva trovato il punto archimedico, a patto di usarlo contro se stesso; esso si sostanzia nell'analisi spietata alla quale sottopone tanto il proprio io quanto il mondo che gli scorre dinnanzi; la sua cifra è la franchezza, che non è solo pulizia morale, ma doloroso bisogno di verità. Egli contempla la faccia ippocratica del proprio universo, cercando di mantenere alto, nel suo palpito lieve, il vessillo della poesia.
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