Platone voleva fare il poeta ma dovette bruciare le sue poesie – afferma Nietzsche in La nascita della tragedia – per diventare l’allievo di Socrate. Ma se ne pentì, come attesta il massiccio ricorso al mythos che attraversa tutti i dialoghi fino a diventare centrale, a partire dalla Repubblica, in quelli della vecchiaia dove le leggende e le narrazioni svolgono una funzione fondativa e conoscitiva tutt’altro che accessoria.
Alternando passione strutturalista e gioco letterario, Il racconto del Timeo ripercorre la storia di questo pentimento e della progressiva e tormentata riconversione di Platone al sapere immaginifico e musaico presentato – al pari del logos – come una via per condurci dalle parti della verità e della bellezza.
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