“Dei quattro “romanzi brevi” non posso tacere che la mia preferenza quanto meno tematica va a La saga dei Tomasi, data la mia profonda ammirazione per il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa… e non posso tacere che l’incipit dedicato al conte Friedrich Leopold zu Stolberg è magistrale: Pirandello e Sciascia non avrebbero saputo fare di meglio. Il racconto è solidamente impiantato nelle sue dimensioni del viaggio omerico e del pellegrinaggio, entrambe a modo loro collegate al Grand Tour fra digressioni philosophiques e vagamente mozartiane. Il libro di don Vincenzo Arnone, opera unica e quadruplice, ignora le norme orazione sull’unità di tempo e di luogo e tratta familiarmente una lunga, variopinta, eterogenea teoria di protagonisti e coprotagonisti fra l’età biblica della spigolatrice moabita del predicatore di Ninive e i giorni nostri senza mai farci dimenticare quella “sicilianità fiorentina” che dai rimatori del XIII secolo conduce a Giovanni Gentile e a Giorgio La Pira (dalla prefazione di Franco Cardini).
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