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ll racconto ha come protagonista una donna italiana di 50 anni d’età, Paola, sposata con due figli, che conduce una vita normale fino a quando, il 4 aprile, non viene colpita da un ictus. Ricoverata all’ospedale si ritrova a combattere una guerra silenziosa ma feroce contro l’afasia, malattia che altera il linguaggio. Catapultata all’improvviso in una dimensione senza tempo, è costretta a vivere in una realtà priva di parole e di oggetti indecifrabili. Persino l’orologio, che fino a quel momento scandiva giorni colmi d’insoddisfazione, per lei non ha più significato. Intrappolata nel tempo e nel suo corpo senza parole, gradualmente le si materializza davanti la prigione che si era creata vivendo una vita povera di gratificazioni. Da quel momento il suo unico obiettivo diviene quello di poter tornare a una vita normale, iniziando un viaggio alla ricerca delle parole perdute. Si rivolge a Julio, un santone, e prova con il rito del pollo, accetta di farsi curare da un analista, il dott. Kraun, chiede, come può, alla nipote di andare da un maestro spirituale, non rimasta contenta decide di andare anche da un medico ayurvedico, Eduardo Nunez di cui poi se ne innamora. Un intreccio di delusioni e vittorie, un racconto d’amore e passione. La storia di una donna forte, volitiva e caparbia, con i piedi per terra, che si ritrova ad affrontare la persona che ha spesso cercato di evitare, se stessa.
«Spero di aver saputo trasmettere la positività di Paola, nonostante il pesante e angoscioso tema, che mi auguro di aver alleggerito con parole motivazionali –dichiara l’autrice- spero di essere stata in grado di raccontare il coraggio e la straordinaria voglia di vivere della protagonista».
" il racconto di Matilde Calamai è un esempio formidabile dello scompiglio del puzzle della vita di una persona- commenta il Dott.Gino Volpi Direttore U.O. Neurologia ospedale di Pistoia-Paola però è fortunata perché alla fine ritrova con questo dramma l’autenticità dei sentimenti, cosa che non accade frequentemente, di solito i nostri pazienti tentano di nascondere questa malattia come fosse una vergogna.E' un comportamento tipico dell'individuo che ha avuto un ictus, in quanto si sente indebolito negli aspetti più intimi della propria esistenza ai quali l’homo sapiens tiene di più ed è deleterio perché fa sì che il puzzle della propria vita venga definitivamente compromesso. Questo libro perciò- conclude il Dott.Volpi-è un contributo importante poiché contribuisce alla divulgazione della conoscenza di questa malattia che, prima di tutto, deve essere prevenuta. "
Una parte dei proventi andrà all'Associazione Alice Onlus, Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale.
Recensioni:
Recensione su matildecalamai.net marzo 2014
Recensione su Liberolibro.it 17/03/2014
Recensione su Gonews.it 18/03/2014
Recensione su La Voce di Pistoia 07/04/2014
Presentazione a Montecatini, VIDEO
Intervista su RaiRadioUno, VIDEO
Recensione su LineeFuture, 21/04/2014
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