La nascita di un bambino ha un potere dirompente, sconvolge i ritmi delle famiglie e, talvolta, i ritmi interiori.
Papà, perché tifiamo Roma? è la storia di un papà decisamente poco preparato all’arrivo di Pietro, quasi spaventato dalla scoperta di quell’amore improvviso e definitivo; un papà smarrito, che nei momenti di intimità con quel piccolo uomo inizia a ritrovare ciò che di sé stesso aveva perduto, fino a rimettere insieme i pezzi un giorno dopo l’altro, una favola dopo l’altra.
Le piccole storie che ci vengono raccontate sono la declinazione nel quotidiano di un amore infinito, fatto di piccoli, impercettibili e sconfinati gesti.
È l’ironia a restare sempre sullo sfondo, un sorriso sottile che non inzuppa mai le pagine nel miele e nel latte zuccherato: è sempre tutto decisamente reale… o quasi, comunque molto vero.
Poi ci sono le illustrazioni, bellissime, che gli autori invitano a colorare, pasticciare… vivere, in sostanza, come tutto il resto.
Un manuale per giovani padri afflitti da ansia da prestazione, dunque, da consumare tutto d’un fiato, prima, per poi ritornarvi di tanto in tanto, perché tra le pieghe dei racconti ci sono un sacco di piccoli tesori nascosti da scoprire.
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