Doris Emilia Bragagnini - calma solo in apparenza, al massimo entità ctònia, sotterranea come certi fiumi carsici del suo Friuli - semina inquietudine e centellina, rintana vigore anzitutto nel Linguaggio, ecco qui: nel verbo di cui fa, erige ogni volta un nuovo fulcro e un nuovo incipit, per il corpo e l’anima, per la vita e la Storia, per la poesia e la sua essenza...[…] In effetti – conscio o meno, come sempre nei casi migliori di deriva, naufragio e poi salvazione – qui il surrealismo è sempre in fervido agguato: al limite, sul ciglio, nel vortice d'ogni virtuale, immaginifica scenografia o figurazione della Dea Realtà... Fumosa e accanita, arcigna ma affabulante, fiera e sensuale, sempre la Doris ci attende, ci riceve come dentro un quadro o diagramma di Magritte… […] (Plinio Perilli)
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