Quella di Maria Pina Ciancio è una poesia riservata, dalla voce piana e delicata, e tuttavia resistente, come tenace fiore invernale in un paesaggio freddo, di neve.
La poetessa con la sua scrittura è una delle poche creature che vive esattamente il legame conflittuale con le radici (le case, le parole) che i figli lucani dell’emigrazione sono condannati a vivere, essendo stranieri un po’ ovunque (dalla prefazione di Andrea Di Consoli).
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