Poesia antropologica quella di Patrizio Dimitri, mirante a cogliere il legame tra l’homo faber e la natura, sia quella naturata, fisica, sia la natura naturans, l’anima che forma la forma, alimentandola. Non inganni il tono ostentatamente analitico, microscopizzante, di questi versi: li ispira l’ossessione del minimo, nel senso molecolare del termine, che nulla ha a che vedere col minimalismo. Insomma, come il teologo che cercava e trovava Dio “nei particolari”, il poeta cerca e spesso svela il segreto delle cose (sì, la natura delle cose, Rerum natura, questo è il suo segreto e forse non del tutto cosciente prototipo) nei particolari (Roberto Mussapi).
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