Ci troviamo di fronte a improvvise “illuminazioni” non estranee a Rimbaud o a Ungaretti – ex transeuntibus rapta si potrebbe dire –, catturate nel volgere rovinoso del tempo interiore, in cui memoria e attesa si mescolano per cancellare le sensazioni più autentiche e per aiutare la psiche a sopportare il peso della sofferenza. E la poesia, in modo superiore a qualsiasi altra arte, possiede proprio questa magia di strappare immediatamente la preda al tempus edax e di consegnarlo alla fruizione del lettore contemporaneo e futuro.
Per offrire il miglior servizio possibile questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione si autorizza l’uso.
To offer the best possible service this site uses cookies. By continuing to browse, you authorize use.