Ci troviamo di fronte a un testo che, come un seme, da una posizione lirica si espande a una posizione “civile” e germoglia producendo fiori e frutti di conoscenza attraverso un itinerarium nel quale il “protagonista individuo” diventa “protagonista uomo”.
Attraverso un preciso sviluppo tematico l’autore fa rimbalzare ripetute e angosciose domande sul destino dell’umanità: “angosciose”, perché la nostra stirpe corre il rischio di un nuovo imbarbarimento se chiude gli occhi di fronte al pericolo di una vera e propria alienazione, provocata dal mondo virtuale.
Il poeta, che ha esplorato esperienze empatiche con la natura, con la parola poetica e con l’amore, lancia un messaggio preoccupato e responsabile (Giulio Greco).
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