II ritrovamento di un ordigno inesploso della Seconda Guerra Mondiale a qualche metro sottacqua nel mare antistante la mia casa, mi ha dato il pretesto per parlare di quella guerra, anche se dall'angolazione ristretta e particolarissima del mio paese: ristretta perché osservata dal punto di vista minuscolo ed insignificante della mia Caldera, dove la guerra (lontanissima e pur vicinissima) fu vissuta come una tragedia esclusivamente alimentare; particolarissima perché gli avvenimenti storici, seppur inquadrati in una cornice di ordine macroscopico, sono filtrati e raccontati secondo l'esperienza di Marina Stagno, la piccola indigena dagli occhi azzurri, che è poi mia nonna paterna. In questa plaquette, in particolare, ho voluto intrecciare alla vicenda della Seconda Guerra Mondiale quella della pesca al tonno, che a Caldera sembra si svolgesse già nel Quattrocento, e dei suoi protagonisti, i pescatori e i tonni, arrivando alla conclusione (paradossale, ironica ed amara) che l'unico grande cambiamento che la Macrostoria apportò al mio paese, fu l'estinzione di quella secolare attività produttiva che ne caratterizzava la ragion d'essere, rappresentando per esso, in fin dei conti, solo un'involuzione e uno sna-turamento letale.
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