La poesia di Renato Greco appare a primo acchito frammentaria nella ricchezza di temi, di luoghi, di situazioni, varia per stile, per lessico e per prospettiva. Tuttavia, se la si approfondisce, si riscontrano corrispondenze segrete, sotterranee linfe e nodi che si rincorrono, i quali possono comporre le tessere in un mosaico chiaroscurale.
Non a caso lo scrittore fin dai primi versi si descrive come un tuffatore nella realtà: «Così mi butto Cosa sarà mai / quell’agitarsi che mi vedo sotto e il secchio troppo / piccolo e l’altezza /– i due metri dell’acqua per il tuffo?», una piccola realtà compresa dall’orizzonte dello sguardo, in sintonia con il titolo della raccolta.
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