Ha un indiscutibile talento, Pistoletti, nel comunicare sottili emozioni senza mai alzare retoricamente il volume del dettato poetico, mantenuto nel solco di un’essenzialità non tanto scabra (secondo l’ormai usurata formula montaliana) quanto sobria, talora incline a disinvolte trasgressioni dell’ortodossia sintattica in ossequio a una mimesi del sermo cotidianus (si veda l’insistito uso della congiunzione dichiarativa che in apertura di periodo). Per converso, lampeggiano qua e là scorci di stile medio-alto, scanditi da un ritmo prossimo al registro lirico e spesso destinati a siglare la chiusa di un testo con un’immagine icastica (Marco Beck).
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