La poesia di Marco Maggi è fatta di pancia e di cuore. Avvolge, prende, entra, prima di uscire come voce corale, sciamanica. È scritta, insomma, tra sentimento e pensiero e, in quanto tale, ha in sé spessore emotivo e misura metrica. Ciò vale per tutta la sua produzione poetica e, in particolare, per il poemetto tripartito Né padri né madri, dove la scrittura tende a essere ancor più incessante, ipnotica (Ivan Fedeli).
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