I testi spaziano da paesaggi marini a squarci paesaggistici dell’entroterra, quasi come contrapposizione tra l’estensione illimitata, la realizzazione totale dell’essere umano, e la demarcazione del reale, come consapevolezza della solitudine («perché star soli, / anche a parole, / fa un po’ male») nel precario equilibrio di un «sonnambulo».
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