Nei versi della Fiorentino l’amore osserva se stesso, indaga su se stesso, prova a giudicarsi dall’esterno, come se fosse parte terza, capace di salomonica saggezza.
Gli studi giuridici dell’autrice l’hanno condotta in modo spontaneo a concepire una silloge in cui la voce dei due innamorati si alterna, si contrappone e si sovrappone come in un dibattimento, o in un abbraccio di passione. Ognuno espone le proprie ragioni e le proprie assenze di ragione, la follia amorosa, erotica a tratti, sempre e in ogni caso ispirata e nutrita dai propri specifici sogni, dai progetti individuali, dalle visioni del mondo e dai modi di percepire (dalla Prefazione di Ivano Mugnaini).
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