La poesia di Angelucci si contrappone alla dominante cultura del nichilismo a favore del movimento sacrale della vita, facendone emergere punti di luminosità e sorsi di gaiezza e speranza (gli uccelli, i bambini, il ritorno della primavera, i fiori) in cui decantare il dolore, per ritrovare l’oculare felicità delle cose e, soprattutto, la presenza dell’Assoluto (Franca Alaimo).
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