Gregorio Lato ci parla di noi, non di sé: a volte, si rivolge a noi direttamente attraverso il “tu”, chiamandoci a essere testimoni partecipi di un’esperienza o di una visione; altre volte, la condivisione passa attraverso la forma apparentemente più lontana della forma impersonale, che però ci richiama, e ci ricorda, l’inevitabile pluralità della condizione umana (Paola Giorgis).
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