La raccolta di Paola Meroni può essere considerata come una poesia dell’anima perché, quando si crede di averla compresa fino in fondo, ci si accorge che il suo pregio sfugge, sta al di là del significato letterale di una parola, di un riferimento, di un accenno.
Pertanto, l’aggettivo “nascosti” del titolo va interpretato in senso più esteso: i versi sono “nascosti” non solo perché parlano di una vita appartata, ma anche perché nascondono un tesoro di pensosa saggezza, che non ignora il dolore, ma che lo accetta come componente del nostro abitare per un determinato periodo sulla terra.
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