Il naso della poesia è un buffo naso, leggero soprattutto… e tinto di rosso. Si afferra con due dita e come una farfalla gli si offre la punta del viso di un fiore… Questo naso annusa se stesso e nel proprio respiro cede all'aria il fiato vivo delle parole. Si diverte come un matto a scivolare tra consonanti e vocali. Sa smarrirsi e ritrovarsi ad un tratto sospeso nel vuoto bianco della pagina. È un naso beffardo, intermittente ed impertinente nei confronti della scrittura. Può essere reticente, amabile, dubitare nell'equilibrio di un dubbio, dondolare nell'incertezza di un desiderio, accendersi come stella per illuminare di gioia un privato cielo di carta. Insomma è un naso a cui piace tanto scherzare con la fantasia e i tratti tipografici che vorrebbero per delizia renderlo prigioniero. Appartiene ad un Augusto il naso rosso, e il palloncino della bambina che con lui si diverte a giocare e a sognare, un palloncino felice di scappare e volare via con le ali libere dei versi, in suono e sorriso.
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