Sappiamo bene che Caino è fra noi e ci resterà. Ma non siamo ancora consapevoli che la nostra disponibilità a imitarlo, a mitizzarlo, a collettivizzarlo ci incute spavento.
Sarebbe opportuno riflettere anziché ridere, guardarci “dentro” piuttosto che intorno, aprire collaborazioni e non contrasti.
E sopravvivere in questa società del rischio, dell’inganno, della violenza, è diventato davvero impossibile. Quindi, o ti abbrutisci o fai la fine di Abele.
È auspicabile, per non dire indispensabile, che prima o poi “Qualcuno fermi Caino”.
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