Jackie Kay ha da sempre considerato la poesia un potente strumento che le ha concesso, a partire dagli anni successivi al decennio storico inglese degli Anni Ottanta, caratterizzato dalle politiche economico-sociali attuate dal governo Thatcher, la prerogativa di dare voce a coloro che non ne hanno mai avuto diritto o la possibilità di esprimerla, soprattutto agli emarginati (othered) relegati in una dimensione di “alterità” (otherness) a livello sociale per motivi di razza, identità culturale e politica, classe sociale, genere e orientamento sessuale.
Attraverso questa antologia Fiere (Compagna), pubblicata nel 2011, la poetessa esplora con ardente passione e abilità artistica, tematiche quali identità, classe, razza, rapporti familiari, tutto connaturato da una forte carica autobiografica, elemento quest’ultimo che sembra non abbandonare mai i suoi scritti.
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