Ancora più tracce visibili, ancora più orme incise, più lucentezze e ombre indecifrabili e nette. Ancor più immagini stagliate entro un lessico poetico che, se si fa minimo con i minimi, fragile con i fragili, anche si carica di colori e risorse, si ampia e frastaglia d’immagini che prendono il sopravvento sulla parola e che assorbono, colpiscono, fanno riflettere.
Leggere gli ultimi lavori poetici di Liliana Zinetti, I cipressi di van Gogh (Giuliano Landolfi Editore, Borgomanero 2011, di seguito CvG) e Improvviso il mare (L’arcolaio Editore, Forlì 2012, di seguito IM) è nello stesso tempo sperimentare la doppia felicità del ritrovamento dei topoi poetici precedenti e della scoperta di un’evoluzione che li rende questa volta ancor più incisivi e precisi. Ritrovare un paesaggio, e ritrovarlo entro una luce migliore, un risalto più netto. Anche concettuale.